Doping
Giugno 94’, Diego Armando Maradona prende in possesso la palla e raggiunge l’area di rigore…un tiro ed è subito gol! Caso di doping.
Il doping è un termine olandese/sudafricano che deriva da dope ed indica l'uso di sostanze medicinali, naturali e sintetiche, chiamate dopanti, finalizzato al miglioramento delle prestazioni fisiche in ambito sportivo. La somministrazione di queste sostanze è molto pericolosa per la salute ed è apparentemente utile solo al miglioramento della singola performance. Questo fenomeno è diverso dalla droga, poiché questa si assume per provare una sensazione di piacere piuttosto che per l'eccellenza nella competizione.
Il doping è nato nel momento in cui l'uomo ha desiderato confrontare le proprie abilità con altre persone attraverso competizioni e gare e, per vincere a tutti i costi, ha iniziato a prepararsi al confronto aiutandosi con qualsiasi sistema.
Queste sostanze si possono prendere in farmacia attraverso la prescrizione del medico e non si possono acquisire in Italia, poiché sono illegali. Una sostanza dopante tra le più diffuse è l'eritropoietina, più comunemente conosciuta come EPO: si tratta di un fattore di crescita che spinge le cellule staminali, situate nel midollo osseo, a moltiplicarsi. Esse producono globuli rossi che trasportano l’ossigeno in tutti gli organi, per cui se si moltiplicano, circolano un numero maggiore di globuli rossi e di conseguenza più ossigeno che stimola i muscoli.
Ma alcuni atleti non sanno che il Doping ( in questo caso EPO ) oltre a migliorare le prestazioni sportive è anche molto dannoso per la vita di ogni persona. Può causare tumori renali maligni o benigni o di altri tipi di tumori, può comportare l'eccessiva produzione di globuli rossi (policitemia o eritrocitosi).
Diego Armando Maradona, alle Olimpiadi del 94’, rappresentava l’ultima chance nazionale, con la maglia del suo Paese, per lasciare un ulteriore segno della sua grandezza. Tuttavia, quella manifestazione per il Pibe de Oro durò davvero poco: il 25 giugno fu infatti trovato positivo a un controllo antidoping e squalificato.
Nicolò Orisio e Angelica Faletti
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